Ragazzi di tutto il mondo s’incontrano in Protettorato

Imparare cosa significa immigrazione, ascoltando le voci di coetanei che l’hanno vissuta sulla propria pelle: sentire cosa significa lasciare la propria terra e la propria famiglia e, ancora giovanissimi, avventurarsi in un futuro pieno di incertezze. È l’opportunità che hanno avuto gli studenti e le studentesse della classe 5BX del liceo Giordano Bruno di Roma, che il 6 febbraio hanno incontrato i minori stranieri non accompagnati del Protettorato. La Fondazione ha aperto le sue porte agli studenti per l’incontro conclusivo del laboratorio sui diritti dell’infanzia, promosso da Unicef.
Parlare di migrazione agli studenti significa anche raccontare le esperienze ed i sogni che sottendono a viaggi molto difficili, ed è proprio quello che è accaduto nello spazio di conoscenza che si è spontaneamente creato in questo anno di progetto.

La voce narrante è quella dei nostri ragazzi che hanno descritto la scelta coraggiosa di lasciare la propria terra per un futuro migliore:

Voglio fare l’elettricista e mi sto impegnando tanto per studiare

Seguo il laboratorio di giornalismo e vado ogni giorno a scuola

Mi manca la mia famiglia ma qui ho trovato tante persone che mi aiutano e mi vogliono bene

Momenti intensi vissuti con gli studenti, che si sono mostrati sensibili e pronti ad ascoltare e soprattutto ad applaudire ogni racconto, ogni storia, ogni speranza e soprattutto ogni sogno.

“Sono contenta di essere qui, ho scoperto tante cose che non conoscevo e poi questa Casa è molto bella, possiamo ritornare?”, è la voce di una studentessa del liceo.

La giornata si è conclusa con una merenda arricchita anche dai dolci portati dagli studenti fatti personalmente per i nostri ragazzi.

“Continueremo a credere in educazione senza confini!”, assicurano gli educatori della Fondazione che seguono e accompagnano i ragazzi e le ragazze nella loro crescita.

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