Il volontariato che fa crescere. È la Giornata della Gioventù

Sono spesso raccontati spesso come pigri, svogliati, iperconnessi, demotivati, addirittura depressi e dipendenti dai social, se non dalle sostante: non sono questi, però, i giovani che conosciamo noi. Che siano ospiti, volontari o tirocinanti, i ragazzi e le ragazze che arrivano in Fondazione hanno un mondo dentro e sono pronti a offrirlo, se trovano chi sappia aiutarli a esprimerlo e condividerlo. Su queste pagine, abbiamo raccontato tanti volti dei nostri ragazzi: di chi è appena arrivato, di chi ha affrontato un lungo viaggio da solo, di chi dalla Fondazione è ormai uscito e di chi si appresta ad uscire. Abbiamo raccontato le storie di giovani tirocinanti e anche di giovani educatori.

Oggi, nella Giornata mondiale della Gioventù, vogliamo scoprire il volto dei giovani volontari: perché non è affatto vero che l’impegno sociale e la solidarietà non interessino ai giovani. Al contrario, ci sono dati che testimoniano il contrario: le attività di volontariato interessano e coinvolgono un numero crescente di giovani. Noi, dal nostro punto di vista, possiamo testimoniare il grande, enorme valore di questo impegno, che rende il giovane volontario una risorsa preziosissima per il Protettorato.

Iniziamo dai numeri

Nel 2023, il 6,8% dei ragazzi e delle ragazze tra 14 e 17 anni ha infatti svolto attività di volontariato, contro il 3,9% del 2021. Sono alcuni dei dati analizzati e diffusi da Openpolis e Con i bambini, che hanno preso in esame proprio l’impegno dei giovani nel volontariato. Se questo aveva subito un inevitabile calo durante il periodo pandemico, dal 2021 il numero di giovani coinvolti in attività di volontariato è infatti tornato a crescere.

Un impegno consistente e diffuso, quindi, seppure con forti differenze territoriali: nelle regioni meridionali, infatti, il volontariato tra i giovani fa meno presa. In media, nel 2023 hanno prestato attività gratuite in associazioni di volontariato il 16% dei residenti in Trentino Alto Adige e il 10,1% dei friulani. Nonché quasi un abitante su 10 in Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Al contrario, la partecipazione nel volontariato scende al 5,6% in Calabria, al 4,8% in Campania e al 4,6% in Sicilia. Simili differenze dipendono anche dalla diversa diffusione di soggetti attivi in questi ambiti, a partire da organizzazioni e istituzioni non profit. Mentre infatti Sondrio e Gorizia vantano la presenza di oltre 1.500 istituzioni non profit ogni 100mila residenti, i numeri precipitano decisamente quando ci spostiamo a sud: con meno di 500 istituzioni ogni 100mila abitanti, troviamo Andria (371,6), Barletta (422,4), Napoli (466,4) e Palermo (477,6).

“Volontariamente”, il volontariato si fa (da) giovane

Nella nostra Fondazione, lo abbiamo detto e scritto tante volte, il volontariato gioca un ruolo decisivo: abbiamo raccontato tante storie di legami forti e importanti tra alcuni volontari e alcuni dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Ma abbiamo sempre parlato di volontari adulti, per lo più madri di famiglia, che si mettono al servizio del Protettorato ed entrano, in punta di piedi e sempre con grande attenzione e rispetto, nella vita delle nostre case famiglia. Da sette anni esiste però un progetto grazie al quale sono i giovani a mettersi in gioco come volontari: si chiama “Volontariamente” ed è un progetto dell’Università Luiss. Per quattro settimane del periodo estivo, gli studenti e le studentesse hanno l’opportunità di entrare in contatto con alcune realtà sociali, tra cui il Protettorato. Qui imparano, grazie alla formazione e al supporto che ricevono, a farsi carico dei bisogni e delle criticità degli altri, mettendo a disposizione, in contesti reali, le abilità e le competenze interiorizzando importanti valori (giustizia, legalità, uguaglianza, rispetto e cura per l’ambiente).

Racconta Armando Cancelli, direttore tecnico della Fondazione Protettorato San Giuseppe: “Da 7 anni, ogni estate 5 o 6 studenti o studentesse prendono parte al progetto realizzato dalla Luiss con la Fondazione. Qui realizzano attività con i ragazzi che, nel periodo estivo, restano nelle nostre case famiglia: giornate di sport, musica o cultura. Oppure, aiutano i ragazzi stranieri nell’apprendimento dell’italiano. Qualcuno di loro poi decide di continuare il suo percorso come volontario anche dopo il periodo estivo. Vediamo chiaramente con i nostri occhi il valore enorme dei volontari giovani: rispetto anche ai volontari adulti, loro riescono ad avere un’empatia diversa e maggiore con i ragazzi e le ragazze: non solo riescono a fare tante attività insieme, ma riescono a stimolarli in un atteggiamento più paritario. Per questo, rinnoviamo il nostro invito, soprattutto ai giovani universitari, ad avvicinarsi al Protettorato, per provare a vivere quest’esperienza, che genera ricchezza per tutti e crea legami importanti e preziosi”.

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