GLI SPAZI NEUTRI E GLI INCONTRI PROTETTI

Gli incontri protetti sono un intervento dedicato all’osservazione, al monitoraggio, alla protezione e alla facilitazione della relazione tra bambini e genitori e/o parenti significativi non conviventi. Hanno lo scopo di salvaguardare il diritto di visita e di relazione, tutelando l’interesse del bambino e sono disposti dall’Autorità Giudiziaria (Tribunale Ordinario o Tribunale per i Minorenni) su valutazione del Servizio Sociale referente del Comune.

L’accento dell’intervento viene posto sul recupero e il mantenimento delle relazioni figlio/genitore, ove in presenza di conflitto tra le figure genitoriali, o quando vi siano comportamenti di uno o entrambi i genitori che mettono a rischio l’integrità psico-fisica del minore.
Lo spazio neutro diventa opportunità di crescita per la famiglia nel suo complesso. Per questo, anche se è disposto dall’Autorità Giudiziaria, sarà importante aiutare tutte le persone coinvolte a rileggerlo come un’opportunità offerta per sperimentare nuovi equilibri più funzionali nelle relazioni familiari ad agevolare la loro crescita. L’obiettivo più diretto sarà contribuire al miglioramento della sensibilità, responsività e responsabilità del genitore, accompagnandolo a ritrovare la capacità di accoglimento del figlio e delle sue emozioni fino a far sì che la famiglia arrivi, quando possibile, ad una gestione autonoma degli incontri.

Metodologia

Dal punto di vista metodologico, per l’attivazione di interventi di spazio neutro/protetto il Centro per le famiglie del Protettorato ha fatto proprie le Linee guida del comune di Roma.

Nella prima fase di attivazione dello spazio, la prima parte del lavoro è volta all’accoglienza e all’ascolto di ciascuna delle persone che sono coinvolte (servizi in prima battuta, poi minore, genitore incontrante, genitore che accompagna o educatore che accompagna). L’intervento viene svolto in coppia da assistente sociale e psicoterapeuta: questo facilita la gestione dello spazio e garantisce accoglienza e ascolto dedicati a ciascun partecipante.
Nella seconda fase (quando si dà effettivo inizio agli incontri) è sempre molto utile continuare a dedicare spazio e ascolto anche verso l’adulto che accompagna il bambino, sia al momento dell’arrivo e sia al momento del saluto. Questa attenzione diventa molto importante specialmente quando ci sono delle conflittualità. In questi casi, infatti, si cerca sempre di fare in modo che anche il genitore che accompagna si senta considerato e possa esprimere le sue preoccupazioni e valutazioni rispetto all’effettivo andamento dell’intervento nel suo complesso. Infatti, senza un adeguato coinvolgimento del genitore che accompagna e una sua reale adesione al progetto, diventa poi molto difficile se non impossibile arrivare ad una evoluzione e ad una graduale liberalizzazione degli incontri. Ci si adopera sempre per un coinvolgimento costante della rete dei servizi e quando presenti anche di chi svolge il sostegno alla genitorialità.

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