Elisabetta è una volontaria “doc”: i bambini e i ragazzi della Fondazione sono la sua seconda famiglia, ce ne è uno, in particolare, che è ormai quasi come un figlio. “Sono quattro anni che lo vedo crescere: ho vissuto i suoi primi giorni in casa famiglia e poi il delicato rientro nella sua, di famiglia. Frequentava le medie, ora frequenta l’Agrario e ha la media del 7!”
Parla con orgoglio e con affetto, Elisabetta, dei successi di D. Ricorda il suo sguardo basso, all’inizio, ed è fiera che qualche girono fa “abbia reagito quando un ragazzo l’ha provocato. Finalmente!”. Elisabetta dedica a D. qualche ora ogni giorno: un impegno serio, costante, tanto tempo e tanta energia che da 4 anni ormai ha deciso di mettere a disposizione di questi ragazzi. Lasciamo la parola adesso a lei e al suo racconto, sicuri che possa essere d’ispirazione a chi voglia, come lei, dedicare un po’ del proprio tempo a questa bella realtà.
Sono arrivata alla Fondazione grazie alla scuola di mia figlia Lucrezia, il San Leone Magno. Lei frequentava la prima elementare, quattro anni fa, io avevo molto tempo libero. La scuola organizzava diverse iniziativa a sostegno del Protettorato, così ho chiesto di entrare in contatto con questa realtà. Ho iniziato andando due-tre volte a settimana, dalle 15 alle 17, a Casa Pollicino, per aiutare i bambini a fare i compiti. Le educatrici mi hanno fin da subito messo a mio agio, non mi hanno fatto sentire una volontaria, ma una parte dell’organizzazione: ho trovato un bellissimo ambiente. Anche i bambini e i ragazzi, quando arrivi lì, ti salutano e ti accolgono come se fosse normale che un estraneo arrivi in casa loro.
Inizialmente li seguivo tutti: l’educatrice mi diceva cosa avevano da fare e io mi affiancavo chi aveva bisogno in quel momento. Poi, in primavera, mi chiesero di aiutare D. a preparare l’esame di terza media: avevano notato che con me lavorava bene. così, ho iniziato ad andare tutti i giorni, seguendo il suo piano studi. Non avevo mai insegnato prima, ma l’insegnamento mi aveva sempre affascinato. Sentivo che D. mi seguiva bene e migliorava in fretta: inizialmente aveva un’attenzione ridottissima, ogni 15 minuti dovevamo fermarci, adesso invece riesce a studiare per due due ore di seguito, ha avuto un ottimo percorso scolastico e ora che è alle superiori sta andando alla grande.
Anche la famiglia è stata recuperata, così D. quest’estate è uscito dal Protettorato. Mi ricordo che, quando mi ha detto che sarebbe rientrato a casa, sembrava preoccupato: “Non studierai più con me?”, mi ha chiesto. Ma gli ho assicurato che avrei continuato a seguirlo e così è stato: continuo a studiare con lui ogni pomeriggio, o al centro diurno del protettorato oppure a casa mia, dove c’è meno confusione. Ormai è uno di famiglia, Lucrezia gli vuole bene come a un fratello, ma non è gelosa.
E anche la mamma di D. ha imparato a non esserlo: c’è stato un momento in cui ho percepito un’ostilità da parte sua, forse era proprio gelosia, o il timore che volessi prendere il suo posto. Ho chiesto a Nicoletta, la psicologa del Protettorato che segue le famiglie, e insieme abbiamo deciso di coinvolgere maggiormente la mamma, di renderla più partecipe: ha funzionato, lei ora mi guarda con occhi diversi, conosce mia figlia, ha capito che io ho la mia famiglia e lei la sua, non deve temere nulla.
Quali capacità deve avere un volontario?
Intanto, il tempo. E poi non devi aspettarti nulla, neanche un grazie. E serve tanta pazienza. All’inizio si fa fatica, ci sono difficoltà da superare: ricordo che D. era molto chiuso, appena arrivato era un pulcino spaventato, guardava sempre in basso, aveva la testa così china che sembrava più piccolo della sua età. Con il tempo si è aperto, ha acquistato fiducia, spontaneamente un giorno ha voluto raccontarmi la sua storia. Ora è un ragazzo di 16 anni, seguito sia dalla fondazione che dalla sua famiglia. Giorni fa un altro ragazzo ha cercato di importunarlo e lui si è difeso. Ho detto: “Finalmente ha alzato la testa!”. Ha fatto proprio un bel cambiamento…
E tu sei cambiata?
Sì, ho scoperto questa bella realtà e mi sono accorta di quanto mi piaccia insegnare. Tanto che, con una laurea in Economia in tasca da anni, ora mi sono iscritta di nuovo a Scienze della Formazione! Sicuramente questa mia storia con il Protettorato continuerà. Ed è un’esperienza che consiglio a chi, magari per la prima volta, voglia dedicare un po’ di tempo al volontariato: è davvero una bella realtà da cui cominciare! Per me ormai è un appuntamento quotidiano, a cui difficilmente rinuncio: oggi, per esempio, D. studia con un amico, quindi approfitterò per fare i regali di Natale! E sapere che lui sta lavorando con un compagna, mi dà una grande gioia….